In una penombra sfiorata da una luce radente, il baffuto Aristotele non è vestito con un
peplo“ alla greca”, ma indossa uno strano abito bianco-nero di sapore vagamente esotico,
fuori dal tempo, attraversato dai lampi di una catena d’oro
a più giri. Sotto l’ala del cappello, un volto carico di esperienza e di riconoscenza, uno
sguardo commosso e insieme virile. La mano accarezza il busto dell’antico poeta. Ed ecco,
si realizza un miracolo: come risvegliato da questa pudica e intensa carezza, il marmo