É in queste sobrie ma eleganti stanze che si trova un'opera straordinaria, di cui vorrei parlarvi: il cosiddetto “Cavaliere in Rosa”. Tutti gli amanti del'arte italiana conoscono e amano questo dipinto! Questo è per molti il più bel ritratto mai eseguito da Moroni, quello che meglio sintetizza la sua arte e la sua poetica. Inoltre, è impreziosito dall'eleganza del ritrattato: un giovane gentiluomo armato di spada, con un elegantissimo e prezioso abito rosa fiammante, all'ultima moda. Oggi lo si direbbe un “radical chic”. Al primo impatto, si resta colpiti dalla sua eleganza impeccabile, dal gusto squisito de suo abito: un gentiluomo del più puro sangue blu. Osservando più a lungo, però, notiamo che il suo sguardo non è di tronfio compiacimento, bensì pensoso. Egli guarda lo spettatore con aria dubitativa, come se volesse accertarsi che abbiamo capito davvero bene quello che abbiamo davanti. “Siete sicuri? Eleganza, bella vita, e nient'altro? E' davvero questo il significato della vita?”. É una grande emozione sentirsi provocati in questo modo da quest'uomo di cinquecento anni fa. Il Bello è anche eleganza – eccome – ma è anche qualcosa di più. Anche le rovine di statue antiche, uno sfondo di archiettura severo, su cui crescono dei rampicanti come l'edera – simbolo di mortalità e decadenza delle umane fortune – e la nuda e scabra fila di mattoni bruni, tra cui si insinua una pianta rampicante, a spezzare il prezioso rivestimento marmoreo, sembrano alludere alla fragilità della vita, alle fortune conquistate con la spada, impugnata con grazia e sicurezza da questo giovane. Ma non è il pittore a commentare con spirito moraleggiante l'eccessiva sicurezza del ritrattato. É invece lui stesso, piccolo nobile di provincia, che si sente in grado di dare una lezione ai principi e ai potenti di questo mondo.