Il libretto di Palomba (autore, sempre per Cimarosa, anche delleAstuzie femminili) offre una vicenda ricca di espedienti tipici del teatro comico: travestimenti, equivoci di identità, inganni. La vivace intonazione musicale, prodiga di numerosi animati concertati e precisa nella caratterizzazione dei personaggi (tra cui soprattutto il galante e sciocco Don Demofonte), assicurò all’intermezzo un successo durevole fin oltre l’inizio del nuovo secolo.
Progetti di scalata sociale per Franchetto e sua sorella Sandra: l’obiettivo è il matrimonio con due nobili, madama Laura e l’ingenuo barone Totaro. Quest’ultimo mira a sposare proprio madama Laura, ma si imbatte in Franchetto, che gli propone un ritratto di sua sorella fingendo che sia quello della nobildonna, che il barone non ha mai incontrato. Il barone precipita nella confusione più totale circa l’identità della sua promessa sposa; per distinguere la vera dalla falsa decide di rivolgersi a un’indovina, ma ecco che le due donne si esibiscono in una serie di ben otto travestimenti, che offrono l’occasione di numerosegags. Alla fine Laura scopre il piano di Franchetto e riesce a sposarsi con il barone, mentre Sandra si sistema con lo zio di quest’ultimo, l’affettato ma ricco Don Demofonte Cucuzzoni, anch’egli vanesio e buffo come il nipote; solo il povero Franchetto, motore di tutta la vicenda, resterà alla fine unsingle.
Al ritorno a Napoli dalla Russia, il compositore allestì il lavoro al Teatro del Fondo, trasformandolo da ‘intermezzo’ a ‘commedia’, inserendovi nuove scene «per adattare al Buffo Napoletano il carattere del Baroncino», aggiungendo due nuovi personaggi napoletani e modificando «alcune arie per comodo de’ presenti attori». Per una rappresentazione viennese dell’opera nella versione originaria Mozart aveva scritto l’aria “Alma grande e nobil core” KV 578 (agosto 1789).